Vini metropolitani
Seppur meno rilevante dal punto di vista quantitativo e celebrato rispetto a quanto avvenga nelle aree limitrofe di Langhe, Monferrato e Roero, il settore vitivinicolo torinese è significativo soprattutto in termini di qualità delle produzioni e ruolo strategico nelle dinamiche di valorizzazione delle risorse territoriali e paesaggistiche di alcuni territori.
Allo stato attuale (dati Anagrafe Agricola, 2016), le aziende vitivinicole attive nel territorio della Città metropolitana sono 2184, le cui coltivazioni si estendono per una superficie di poco superiore ai 1000 ha, testimoniando la ridottissima superficie media coltivata da ciascuna azienda impegnata nel settore (meno di 0,5 ha). I vitigni (da vino) più rappresentati sono Barbera (261 ha), Erbaluce (232 ha) e Freisa (165 ha).
La distribuzione della superficie vitata è naturalmente coerente con le caratteristiche morfologiche e climatiche dei territori, con le maggiori concentrazioni localizzate nei comuni del Canavese, della collina Chierese e del Pinerolese.
All’interno dei confini del territorio della Città metropolitana sono presenti le perimetrazioni di otto riconoscimenti DOC, in parte sovrapposti, distribuiti nelle tre principali aree vitivinicole dell’ex provincia: Valsusa, Pinerolese e Ramìe, nella fascia montana e pedemontana occidentale; Canavese, Erbaluce di Caluso e Carema nell’area collinare e montana del Canavese; Freisa di Chieri e Collina Torinese, nella fascia collinare al confine col Monferrato.
Oltre all’importanza economica all’interno del settore agroalimentare, la produzione vitivinicola riveste un ruolo di grande rilevanza in progetti di valorizzazione e conservazione del paesaggio e di definizione di modelli di fruizione turistica legata alla valorizzazione dei prodotti locali.
Il progetto Strada Reale dei Vini Torinesi è ad esempio alla base di un tentativo di valorizzazione e messa in rete di produttori di vino, amministratori locali e operatori turistici delle aree maggiormente vocate alla vitivinicoltura, anche grazie all’individuazione di percorsi specifici per la fruizione del territorio.
La produzione di vino è al centro anche di importanti progetti di recupero del paesaggio rurale e di antiche varietà di vitigno, in particolare in ambito montano, grazie ad azioni come il recupero dei terrazzamenti della media Valsusa e alla coltivazione dell’Avanà; dei versanti terrazzati intorno a Pomaretto e al recupero del Ramìe; o al recupero dei tradizionali topion (muretti a secco e colonne in pietra a sostegno dei vigneti) del Canavese, in particolare intorno a Carema.
Un caso di particolare valore simbolico per un percorso di recupero delle connessioni tra città e produzione agricola è il progetto di recupero del vigneto urbano di Villa della Regina, a Torino, uno dei pochi nel suo genere in Europa.